COMUNE DI MASSA MARTANA
CENNI STORICI
La presenza dell’uomo nel territorio martano fin dalle epoche più remote è indicata da alcuni sporadici ritrovamenti di utensili litici in diverse zone e dall’esistenza di castellieri preistorici sulle cime del Monte Cerchio e di Monte Schignano.
Cosi come il rinvenimento, in un colle presso la chiesa di Santa Maria della Pace, di cinque tombe a fossa, databili tra l’VIII ed il III secolo a.C., e la presenza, in località Monticastri, di possenti ruderi di mura in opera quadrata indicherebbero l’esistenza di qualche insediamento preromano abitato da popolazioni umbre.
Con la costruzione della via Flaminia, realizzata dal censore Caio Flaminio intorno al 220 a.C. ed il cui tracciato originario da Narnia si dirigeva a Mevania attraversando la fascia pedemontana occidentale dei Monti Martani, il territorio di Massa Martana si trovò al centro della più frequentata ed importante arteria che collegava Roma ai porti dell’Adriatico ed all’Italia del nord.
Nei pressi di Massa Martana, in un luogo a diciotto miglia romane da Narni, localizzabile nel sito dell’attuale chiesa di Santa Maria in Pantano, fu costruita dai romani, probabilmente coeva alla via, la statio ad Martis per la sosta ed il ristoro degli eserciti e dei viaggiatori in transito.
Oltre a ciò, vi è la presenza, nei pressi del ponte romano Fonnaia, di una catacomba, unico cimitero cristiano sotterraneo finora scoperto in Umbria, che viene a valorizzare se non a confermare quanto sostengono gli acta martyrum.
Nel periodo della decadenza dell’impero, dalla stessa via Flaminia, che fino ad allora era stata fonte di ricchezza e prosperità, vennero per il Vicus Martis rovine e distruzioni. La grande arteria fu percorsa dalle orde dei barbari che saccheggiavano e distruggevano tutte le città che incontravano sul loro percorso. Ed il Vicus Martis, come la vicina Carsulae, subì tale sorte ad opera dei Visigoti di Alarico.
Nel 1305 i ghibellini di Todi la costrinsero ad un lungo e disastroso assedio dal quale fu salvata per l’intervento di Perugia e di Benedetto XI. Nel 1397 Bonifacio IX accolse le suppliche dei massetani e liberò Massa dalla giurisdizione di Todi ponendola sotto la protezione della Santa Sede. Ma lo stesso papa, nel 1403, ritornò sulle proprie decisioni restituendo il castello e le sue terre al dominio della rivale. Dominio contestato ripetutamente dai massetani nel 1432 e nel 1469.
Più avanti nel 1860, con il plebiscito di quello stesso anno anche Massa venne a far parte del Regno d’Italia, assumendo, nel 1863, l’attuale nome di Massa Martana che sintetizza magnificamente le sue origini romane e medioevali.
DA VISITARE
C’è veramente tanto da vedere a Massa Martana, cominciando dal centro storico dell’antico castello medioevale tornato ad antico splendore grazie ai lavori di restauro eseguiti dopo il terremoto del 1997, il territorio comunale, attraversato dall’antica via Flaminia, è ricco di reperti di epoca romana e di chiese, cominciando dal Ponte Fonnaia, poderosa costruzione viaria, ad una sola arcata a tutto sesto obliqua rispetto alla direttrice del ponte, costruita dai romani nel 220 a.C. in grossi blocchi di travertino perfettamente squadrati e dotati di bugnatura, nelle cui prossimità è possibile visitare anche una catacomba romana, unico monumento del genere scoperto fino ad ora in Umbria.
Tante e splendide le chiese presenti in tutto il territorio, dalla chiesa di Santa Maria della Pace, a quella di Santa Maria in Pantano, una delle più antiche e interessanti dell’Umbria, edificata nel V secolo.
Ma sono veramente tante e tanti altri i monumenti da vedere che aspettano solo di essere scoperti e visitati, oltre al territorio paesaggistico con i Monti Martani a far da cornice al paese e che ne costituisce una delle maggiori attrattive.